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Il primo sopralluogo nell’isola di Mazzorbo, ci ha avvicinato ad una realtà diversa da quella della vicina e pittoresca Burano e da quella caotica e turistica del centro storico di Venezia.
Il complesso residenziale progettato da Giancarlo De Carlo negli anni ottanta, si delinea chiaramente appena attraversato il ponticello pedonale che collega Mazzorbo a Burano.
Si tratta di 36 alloggi gestiti dall’ATER di Venezia.

Le abitazioni sono raggruppate in due file parallele che affacciano in un’ampia calle, da cui si accede a ciascuna abitazione.
Sul retro di queste due file si formano piccoli spazi aperti, simili a cortili, ad uso degli alloggi che vi si affacciano. Nonostante il linguaggio moderno l’insediamento si inserisce perfettamente nel contesto delicato caratteristico delle isole della laguna, richiamando i colori dell’isola di Burano.

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Lungo la calle principale non vi sono spazi che invitano all’aggregazione o alla sosta e i pochi passanti che si incrociano sono quasi sempre abitanti che escono o rientrano a casa.
Gli spazi aperti sul retro delle abitazioni invece di svolgere la funzione di aggregazione tra i vicini, tendono ad essere occupati e utilizzati da una sola delle famiglie con materiale personale, dalle biciclette agli stenditoi per la biancheria.

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Abbiamo avuto la possibilità di visitare alcuni degli alloggi, in particolare il taglio medio ( due camere da letto, due bagni, cucina e salotto) e quello grande ( con tre camere da letto), entrambi sviluppati su due piani.
Le riflessioni degli abitanti, in merito al proprio alloggio, sono state positive. La nota dolente riguarda principalmente il fatto di non riuscire a vivere al meglio gli spazi esterni.
Nei prossimi sopralluoghi vorremmo cercare di coinvolgere qualche abitante in più per trovare insieme a loro degli spunti per migliorare la qualità abitativa del quartiere.