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L’ultima tappa del progetto ci porta a Bari nel quartiere Carbonara 2 – Santa Rita. In questo breve viaggio da nord a sud dell’Italia, abbiamo ripercorso, anche cronologicamente, approcci diversi alla costruzione della città pubblica. Siamo partiti da Roma dove abbiamo lavorato nel quartiere di Decima, realizzato a metà degli anni ’60 da un gruppo di progettisti, tra i più affermati dell’epoca e guidati da Luigi Moretti, a testimonianza di come il tema dell’edilizia pubblica fosse al centro del dibattito, non solo architettonico, ma anche culturale e politico. Siamo saliti al nord, a Venezia, nel quartiere di edilizia pubblica nella piccola isola di Mazzorbo tra la fine degli anni ’70 e gli inizi degli anni ’80. Per realizzarlo fu chiamato Giancarlo De Carlo che portò a Venezia l’esperienza progettuale maturata per la realizzazione del Villaggio Matteotti a Terni. De Carlo a Mazzorbo immagina un nuovo insediamento perfettamente integrato nel paesaggio e nelle consuetudini insediative lagurari, con un’attenzione ai temi dello spazio pubblico e delle dinamiche sociali specifiche. Infine, siamo approdati a Bari, nel quartiere Carbonara 2 – S. Rita dove il progetto urbano viene piegato alle logiche funzionaliste e ai nuovi standar insediativi imposti, dove lo spazio pubblico è relegato a spazio di risulta della viabilità, dove non c’è stata nessuna ‘attenzione al contesto paesaggistico, così fortemente caratterizzato e fragile, dove le dinamiche sociali derivanti da una difficile coabitazione tra famiglie con difficoltà di inserimento, è stata completamente ignorata.

Perchè allora scegliere proprio Carbonara2 – S. Rita? Perchè scegliere un quartiere in cui il progetto urbano ci appare ridotto ai minimi termini? In cui l’ossatura pubblica è relegata pochi spazi di risulta del sistema viario e la qualità architettonica degli edifici è pressocchè inesistente?

Il caso di Carbonara2 – S. Rita è paradigmatico di una deriva, innanzitutto culturale e politica, che ha condotto i programmi di edilizia pubblica degli ultimi trent’anni verso scelte standardizzate e povere di qualità architettonica, interrompendo quel dibattito che aveva visto protagonisti i progettisti, gli urbanisti, i sociologi e i politici, a partire dal dopoguerra. La città pubblica viene misurata in termini di “vani” realizzati, famiglie insediate, standard recepiti, con poca attenzione, nella maggior parte dei casi, alla peculiarità dei luoghi. La città pubblica è relegata ad aree periferiche rimaste isolate negli anni per la mancata realizzazione delle infrastrutture, dei servizi e di quel tessuto minuto, fatto di attività commerciali, luoghi di aggregazione, spazi culturali, in grado di supportare la crescita di un nuovo quartiere.

Ma la risposta, alla domanda “perchè abbiamo scelto Carbonara2 – S. Rita?” è che in questo quartiere si sta avviando un processo di rigenerazione “dal basso”, un processo supportato da progetti ed iniziative promosse da giovani professionisti che guardano al territorio, alle sue risorse, con uno sguardo nuovo, cercando di restituire al quartiere un ventaglio di possibilità. Allo stesso tempo, la stesura del nuovo Piano Regolatore Generale (PUG) ha avviato un processo di coinvolgimento e partecipazione dei cittadini, come protagonisti del futuro della città e come tali chiamati a contribuire attivamente alla definizione del Piano.

Questa convergenza di obiettivi tra amministrazione, cittadini, realtà associative e professionali, ci è apparsa una buona occasione per indagare le strategie di rigenerazione e le azioni progettuali messe in atto per migliorare la vita degli abitanti del quartiere ed offrire nuove opportunità al territorio.